Si dice che il caldo dia alla testa. Sarà per questo che mi è venuta in mente l’idea di scrivere ai miei due sindaci, Lorenzo Falchi di Sesto Fiorentino e Dario Nardella di Firenze.
In questo momento in cui in tanti parlano di ripartenza green, di epoca pre-covid e post-covid, ho pensato di esporre il mio pensiero a due rappresentanti delle nostre istituzioni.
Ecco qua il testo completo. Buona lettura!
Buonasera sindaco Nardella, buonasera sindaco Falchi,
Scrivo ad entrambi perché a Sesto Fiorentino ci vivo e a Firenze ci sono nato e ci lavoro.Mi chiamo Marco Mencherini, insieme a mia moglie Ilaria gestiamo un’attività commerciale con una forte impronta ambientalista. Il nostro negozio si chiama Solo Peso Netto e si trova a Firenze nord, a poca distanza dal confine con Sesto Fiorentino.
Vado subito al punto.
Vorrei chiedervi perché non vi dannate l’anima per promuovere quel cambiamento necessario alla sopravvivenza della nostra specie. Stiamo realizzando il più grande suicidio della storia dell’umanità ma pare che il tema non susciti particolare interesse.
Da qualche anno, per passione che poi è diventata lavoro. ho cominciato ad interessarmi e a seguire più da vicino lo stato di salute del nostro Pianeta. Non c’è voluto molto per capire che tutto il genere umano è in una situazione complicatissima dalla quale sarà impossibile uscire senza conseguenze dolorose. Solo negli ultimi mesi l’Australia ha preso fuoco, in Africa abbiamo avuto una devastante invasione di locuste, in Siberia il permafrost si sta sciogliendo mentre le foreste bruciano. Più mi informo più mi deprimo, poi mi impaurisco. E poi mi arrabbio. Ce l’ho con tutti, proprio tutti. Ce l’ho con me stesso, perché ho messo al mondo una figlia destinata a vivere in un mondo molto molto peggiore di quello che è toccato a me e non so come rimediare a questo; ce l’ho con chi nega l’evidenza dell’emergenza che stiamo vivendo; ce l’ho con chi si è arreso e ci considera spacciati, ma soprattutto ce l’ho con la classe politica tutta, che ha la spiacevole tendenza a parlare molto e a concludere poco.
Io sono realmente terrorizzato. Guardo mia figlia e provo paura ad immaginare il suo futuro in un mondo dove potrebbero aver luogo movimenti migratori senza precedenti, dove si scateneranno guerre per il possesso di acqua pulita, dove intere aree emerse spariranno sotto il livello del mare. Non so onestamente come fate a dormire voi che avete la responsabilità della salute di decine di migliaia di persone, in questo senso vi ammiro per il coraggio che avete avuto ad accettare i vostri incarichi.
Mi domando da tempo se tra i governanti prevalga più l’ignoranza assoluta su ciò che sta succedendo al Pianeta oppure se si preferisce finalizzare la propria attività politica al mantenimento della propria posizione. Siamo arrivati ad un punto tale che qualsiasi provvedimento verrà attuato sarà comunque tardivo e otterrà soltanto una limitazione dei danni. La questione ambientale dovrebbe essere non uno dei temi, ma IL TEMA di tutte le agende politiche di tutti i governi di tutto il mondo. Invece in Italia, come anche in altri Stati, prendiamo impegni per la riduzione dell’inquinamento con scadenze lontanissime (penso all’abbandono del carbone nel 2025 salvo proroghe che sono sempre dietro l’angolo); continuiamo a elargire finanziamenti ad aziende fortemente inquinanti, spingiamo per costruire, cementificare, produrre, consumare suolo e risorse, gettare, inquinare. Sembra che la panacea per tutti i mali sia innalzare il PIL. Quanto può servire produrre sempre di più se per farlo devo abbassare la qualità della mia vita? Mi sembra scontato che la salute nostra e delle future generazioni dovrebbe passare davanti a tutto il resto, ma forse tanto scontato non è.
Ci stiamo scavando la fossa da soli, lo sapete vero Dario e Lorenzo? Proseguendo su questa strada il nostro destino sarà segnato.
I provvedimenti da prendere li conosciamo tutti, ci vuole “soltanto” volontà e una forte determinazione da parte della politica. L’attuale ministro dell’ambiente Costa si sta dando molto da fare, è un piacere vederlo all’opera, ma gli interventi realizzati, per quanto meritevoli, sono poco più che simbolici, è come voler prosciugare il mare con un cucchiaino. Quello che serve è proprio un cambio di paradigma, deve essere completamente rivisto il modello economico: voi e i vostri colleghi politici dovreste investire sul verde urbano anziché ridurlo; rendere ciclabili le vostre città sfavorendo la circolazione delle auto, creare e manutenere un’efficiente rete ciclabile che copra capillarmente tutta la città, efficientare il trasporto pubblico, incentivare le attività più green e sfavorire o meglio ancora bandire attività fortemente inquinanti o fortemente energivore, modulare la fiscalità sulle imprese rapportandola al loro impatto ambientale, favorire un turismo ecosostenibile e rispettoso del territorio. Per arrivare al nostro territorio, l’inceneritore spero che ormai sia un capitolo chiuso. Cominciamo poi a mettere una pietra tombale sull’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. I voli in futuro per il bene di tutti dovranno diminuire, bisogna mettercelo in testa. Preso atto di questo l’ipotesi di ampliamento dell’aeroporto Vespucci mi sembra sconveniente per non dire folle. E sottolineo che qui non c’entra niente la sindrome Nimby: non è che l’inceneritore non va bene nella piana dove vive la mia famiglia ma può andare bene a Livorno; non sarei contento se i voli diminuissero a Firenze ma aumentassero proporzionalmente a Pisa.
Le questioni sul piatto vanno affrontate come minimo a livello nazionale con programmi a lungo termine, ma certo cominciare a compiere i primi passi nella giusta direzione direttamente sul territorio fornirebbe senz’altro una sana boccata di ossigeno a noi cittadini.
È più importante che qualcuno guadagni qualche altro milione di euro o che i vostri cittadini possano godere di buona salute nelle loro città? Tutti abbiamo notato il netto miglioramento della qualità dell’aria durante il lockdown dei mesi passati. “Sembra di essere in montagna” è un commento che ho sentito spesso in quei giorni di blocco totale delle città. Nessuno si augura un nuovo periodo di quarantena ovviamente, però è paradossale che dalla Natura, proprio dalla Natura che noi stiamo bellamente prendendo a sberle senza alcun ritegno da qualche secolo, sia arrivato un avvertimento per farci capire quanto è fragile e delicato l’equilibrio che sorregge la nostra civiltà. Bisogna cogliere questa occasione e fare in modo che il Coronavirus diventi uno spartiacque tra l’epoca in cui l’essere umano ha agito da tiranno sul Pianeta e quella in cui invece l’uomo avrà compreso il suo posto nel mondo e che le risorse a disposizione sono estremamente limitate. L’antropocene deve finire nel 2020 per lasciare spazio ad una nuova era.Sto scrivendo a voi, a due sindaci, perché secondo me la vostra figura istituzionale è quella che deve farsi carico più di altre delle esigenze e delle richieste dei cittadini. E’ il sindaco che la gente ferma per strada per far presente le proprie richieste o le proprie lamentele, è il sindaco che conosce il tessuto sociale della propria città come non può conoscerla un ministro, è il sindaco il responsabile della salute del proprio territorio. Mi piacerebbe che questa mia mail facesse molta strada dopo di voi, sarei contento se vorrete condividere le mie preoccupazioni e le mie richieste con i vostri colleghi e con i vostri partiti, con qualche “pezzo grosso” a Roma, con qualche parlamentare europeo, con chiunque abbia il potere e la volontà di agire per il Pianeta e per il nostro futuro.
Lorenzo e Dario, so che entrambi avete figli. Immaginate se tra qualche anno noi avremo perso l’enorme sfida che abbiamo davanti e loro dovessero chiedervi “perché sapevi e non hai fatto niente?” Voi cosa rispondereste? Non vi sentireste terribilmente in imbarazzo e senza una risposta sensata? per un adulto di domani quale differenza potrà mai esserci tra chi ha negato l’evidenza e chi, pur riconoscendola, non ha fatto niente per cercare di limitare i danni?