In questi giorni abbiamo pubblicato sulla nostra pagina facebook una notizia di economia che a prima vista non ha niente di particolare, niente che la renda speciale rispetto al mare di news in cui siamo costretti a nuotare ogni giorno. Indico il link per chi volesse leggere la notizia per intero pubblicata dal Corriere
Il fatto
il gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha trovato una scappatoia, assolutamente legale benché mai utilizzata prima d’ora, per rientrare nei limiti imposti dalla Ue in merito alle emissioni di CO2. Sono stati sufficienti un accordo con Tesla, azienda leader nel settore delle auto elettriche, e un esborso non ben quantificato ma nell’ordine di grandezza delle centinaia di milioni. E questo è quanto.
Io e Ilaria ci abbiamo ragionato un po’ su, e secondo noi questo è il classico caso in cui non è colpa di nessuno ma alla fine ci rimette il Pianeta e quindi tutti noi. Fca e Tesla hanno concordato una transazione nel pieno delle regole; l’UE che ha pensato e reso efficaci queste norme lo avrà fatto senz’altro per la collettività e/o per i posti di lavoro. Ma di fatto Fca ha realizzato veicoli più inquinanti del consentito e quindi tutti noi per questo stiamo respirando un’aria un po’ più sporca di quanto in realtà dovrebbe essere. Ci sembra evidente che questi episodi non vanno nella giusta direzione, non è questo il cambio di passo necessario per invertire la tendenza che sta lentamente soffocando il Pianeta. Il tempo per queste manovre finanziarie è abbondantemente scaduto, oggi è il momento di compiere scelte coraggiose, forse impopolari, lungimiranti. La nostra classe politica deve agire adesso non per il profitto immediato di pochi ma per il benessere di tutti. I complimenti e l’incoraggiamento alla giovane attivista svedese Greta Thunberg sono bei gesti ma non portano a nessun risultato. Dobbiamo cominciare ad investire massicciamente sulle energie alternative, ridurre a monte la produzione di plastica, ad incentivare il riuso, spingere per una raccolta differenziata di qualità, incentivare le imprese eco-friendly e aiutare le più inquinanti ad adattare la propria attività a questi nuovi e più rigorosi canoni, incentivare un’agricoltura biologica e il km zero. E poi non dimentichiamo il settore dei trasporti e degli allevamenti intensivi, che messi insieme costituiscono la fonte principale dei famigerati gas serra. Questi punti dovrebbero essere in cima a tutti i programmi elettorali, invece il rispetto per l’ambiente è in genere un ottimo argomento di conversazione ma spesso alle parole non seguono i fatti.
la strada da percorrere è soltanto una
Qualche anno fa essere ambientalista poteva essere una moda, un atteggiamento per essere “cool”; oggi dovremo tutti diventare più ambientalista dell’ambientalista più convinto. La strada da percorrere è soltanto una, e più aspettiamo a percorrerla e più la pendenza aumenterà.
